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Telemedicina: una soluzione per gli arretrati
e i sovraccarichi ospedalieri?

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La pandemia ha “contagiato” non solo le persone, ma anche i sistemi sanitari nel loro complesso.

Le conseguenze sono evidenti soprattutto per i malati meno gravi ma comunque bisognosi di assistenza e monitoraggio in molte patologie, soprattutto quelle croniche.

Una recente revisione dei dati relativi a 20 Paesi, tra i quali l’Italia, ha messo in luce una riduzione complessiva del 37% delle prestazioni sanitarie, ed in particolare per le visite ambulatoriali (42%), i ricoveri (28%), la diagnostica (31%) e i trattamenti terapeutici (30%) riferibili soprattutto ai pazienti con patologie meno severe.

La causa non sta solo nel massiccio impiego emergenziale di strutture e personale altrimenti dedicati; molto hanno contribuito il timore di contrarre l’infezione e le restrizioni della mobilità individuale, che hanno spinto o costretto tantissime persone ad evitare o ritardare l’accesso alle strutture ambulatoriali per il proprio follow-up.

 

Come recuperare il terreno perduto e smaltire un arretrato che coinvolge decine di migliaia di pazienti, in un sistema in alcuni casi già normalmente sovraccarico o carente di personale e strutture adeguate, e con una pandemia pur in forte miglioramento ma che prevedibilmente impegnerà comunque i sistemi sanitari anche nei prossimi tempi?

Un importante contributo, in alcuni casi risolutivo, può senz’altro arrivare dalla telemedicina.

 

La telemedicina, nota anche come medicina digitale, è l’erogazione a distanza di servizi sanitari, inclusi esami e visite, che utilizza la tecnologia delle telecomunicazioni. Si tratta di uno strumento che, soprattutto in questo periodo di pandemia, ha da dimostrato di poter rendere l’assistenza sanitaria più accessibile e conveniente, mantenendo se non addirittura aumentando il coinvolgimento dei pazienti.

L’approccio al paziente in telemedicina ha avuto un’evoluzione sorprendente nell’ultimo decennio

e sta diventando una parte sempre più importante dell’infrastruttura sanitaria mondiale.

Questa tendenza ha subito addirittura una brusca accelerazione negli ultimi tempi: le previsioni di un inevitabile ritardo nell’assistenza sanitaria con conseguente accumulo di pazienti non assistiti o monitorati a causa della pandemia di COVID-19 hanno fatto sì che le piattaforme di telemedicina attirassero grandi quantità di investimenti in tutti i paesi del mondo.

Le ultime innovazioni tecnologiche nel campo della telemedicina vengono, così, sempre più concepite con lo scopo da un lato di aiutare i professionisti a lavorare in modo più efficiente, e dall’altro di mantenere i pazienti connessi e monitorati da remoto. La combinazione di informazioni sul paziente, di algoritmi avanzati e di piattaforme di interazione remota per la comunicazione con i medici, si sta sempre più trasformando in una delle grandi opportunità del momento.

 

La tecnologia in telemedicina è applicabile o potenziabile in molte specialità mediche e in diverse fasi della cura, assistenza e monitoraggio, ma l’individuazione di nuove modalità di applicazione delle tecnologie più recenti in ambiti diversi con le conseguenti esigenze di formazione e aggiornamento ha grande necessità di progettualità specifiche.

LT3 si è quindi impegnata, assieme a medici, partner aziendali e attori della catena di assistenza e monitoraggio, nella ricerca, lo studio e lo sviluppo di progetti di applicazione delle tecniche più innovative di telemedicina in varie specialità mediche; progetti digitali, blended, ibridi e in presenza che contribuiscano a rafforzare e diffondere l’integrazione della telemedicina nella catena di assistenza e monitoraggio sanitario in tutti i casi in cui possa costituire valore aggiunto per medici, operatori sanitari e pazienti.

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